Il suo nome è Unatu Tagi, ma tutti qui in Italia la chiamano più semplicemente Sara. Il 27 giugno sarà lei la chef del ristorante senza glutine Quinoa, in vicolo di Santa Maria Maggiore 1, a Firenze. Un’occasione speciale che rientra nella tappa fiorentina del Refugee food festival, il festival europeo di cinque serate per scoprire la cucina etiope, afghana, pakistana ed africana in generale con alcuni rifugiati in cucina (26-30 giugno), promosso da dall’associazione francese Food Sweet food, con il supporto di UNHCR e localmente dall’Asoociazione Festina Lente. “Il Quinoa è veramente felice di ospitare Sara nella nostra cucina – dice lo chef del Quinoa Simone Bernacchioni – per noi questo festival è un evento importante da un lato per l’inserimento dei rifugiati nel nostro mondo del lavoro. Spesso il problema di chi scappa dal proprio paese è proprio quello di ricostruirsi una vita, portando il proprio bagaglio di esperienze in un’altra terra. Queste serate permettono ai rifugiati di farsi conoscere nel loro settore e poi chi lo sa, da cosa nasce cosa. Dall’altro lato sarà una serata unica per conoscere alcuni dei piatti tipici della cucina etiope”.
Quando si sono incontrati per la prima volta Simone e Sara hanno infatti deciso di rendere voler omaggio alla cucina del suo paese. E dunque questo sarà il menù della serata: antipasto di falafel e hummus; injera di pollo e verdure con pane di Teff, uno dei grani più antichi, molto nutriente e privo di glutine; e aibé, uno yogurt colato e lavorato co miele e frutta secca (menu fisso costo 20 euro esclusi gli alcolici).
Sara, classe 1987, viene da Gondar (antica capitale imperiale nel nord dell’Etiopia) ed è vissuta a lungo ad Addis Abeba, proprio qui si è avvicinata per la prima volta alla cucina. Ha lavorato per un anno in un ristorante poi ha continuato a farlo anche nelle sue tappe migratorie, due anni in Sudan e poi nel 2009 è arrivata in Italia dove ha preso lo status di rifugiata. Ora Sara vive nel Villaggio La Brocchi a Borgo San Lorenzo, un complesso di strutture dell’Istituto degli Innocenti di Firenze e gestito dall’Associazione Progetto Accoglienza che accoglie e accompagna famiglie migranti. E’ sposata e ha una figlia di 7 anni, lavora presso il ristorante Ethnos del Villaggio gestito dall’Associazione Ethnos, dove ha proposto un menu di ricette tipiche africane, in particolare etiopi.